martedì 19 ottobre 2010

Sclerosi Multipla e CCSVI : La "Liberazione" di Zamboni che fa paura alla BIG-SCIENZA

A Gotemborg si è appena concluso il forum internazionale sulla SM.Tra gli altri ha parlato il prof. Paolo Zamboni orami riconosciuto in tutto il mondo come lo scopritore della cura della malattia. Evidenti i casi di      guarigione dopo l'operazione denominata "Liberazione" che attraverso una semplice angioplatica su delle vene ristrette riporta il paziente in condizioni ottimali fatta eccezione per i danni subiti dal sistema nervoso.
Riporto l'ottimo documentario di una TV Canadese
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Al meeting sono stati presentati i ridultati di alcune ricerche parallele nate dopo la scoperta, alcune confermano, altre no, altre si e no, non avremmo dubbi se non fossero stati usati metodi diversi da quelli adoperati da Zamboni.

In un'intervista a Repubblica, Zamboni risponde così ad alcune domande
Soddisfatto?
"Sì, ho visto molto interesse da parte dei colleghi e se il lavoro di ricerca continuerà con questa intensità penso che in pochi anni ci saranno i dati sufficienti a trarre conclusioni".

Lei ha trovato restringimenti nelle vene che portano via il sangue dal cervello in tutti i malati e in nessuno dei soggetti sani. In altri lavori presentati, invece, questa anomalia venosa (CCSVI) viene riscontrata solo in una parte dei malati. E anche nei sani. Come lo spiega?
"Gli altri hanno usato metodi doppler per diagnosticare la CCSVI diversi dal mio. Precisato questo, anche io, allo stato attuale delle conoscenze, non me la sento di affermare che la CCSVI sia l'unica causa della sclerosi multipla. Per ora si può affermare che si associa alla sclerosi multipla. Gli studi avviati chiariranno in quale percentuale. Ma a molti malati la questione appare secondaria".

E quali ricerche darebbero risposte concrete ai malati?
"Il confronto tra chi è stato operato e chi no. La Regione Emilia è il principale promotore di questa ricerca che prenderà il via a metà novembre. I tempi sono quelli strettamente necessari a realizzare un'indagine così complessa. Dopo un anno di controlli periodici verificheremo se quelli operati stanno meglio di quelli curati solo con i farmaci".

Ma molti malati italiani vogliono che l'angioplastica sia praticata a tutti a spese dello Stato.
"Li capisco quando chiedono la liberalizzazione dell'intervento. Ma capisco anche il politico che vuole aspettare la verifica sperimentale. L'angioplastica è comunque un intervento chirurgico. Inoltre, quello che stiamo cercando di dimostrare è che la CCSVI è uno dei fattori che può scatenare la sclerosi multipla, non la causa. Infine, deve essere chiaro che le disabilità acquisite non guariranno mai, i danni che la malattia ha procurato al sistema nervoso purtroppo non regrediscono. Ai malati dico: non abbandonate i farmaci e non operatevi al di fuori di programmi di ricerca rigorosi e controllati. So che in Italia e all'estero si fa l'angioplastica a chiunque, con parcelle che arrivano anche a 50 mila euro. Ma non ci si fa pagare per una cura che non ha concluso il suo iter sperimentale. Quanto a me, il più grande desiderio è vedere verificata la teoria in cui credo. Per questo chiedo tanta ricerca".
E' evidente che l'ufficializzazione della cura non avrà vita facile e che molti altri pazienti domani andranno dal medico e il medico gli dirà che finiranno nella sedia rotelle. Non sono d'accordo i sostenitori del prof. Zamboni (senza i quali non sarebbe partita la ricerca in Italia) che si riuniscono all'interno della pagina facebook CCSVI - nella sclerosi multipla , dove potrete trovare numerose testimonianze.

Qui un documento diffuso dal gruppo.


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