giovedì 4 novembre 2010

Sclerosi Multipla: Il fattore nutrizione determinante nella guarigione

Come abbiamo già detto, esistono due diversi fattori che intervengono nello sviluppo della sclerosi multipla: il fattore genetico ed il fattore ambientale.

I dati a favore della presenza di una predisposizione genetica a sviluppare la sclerosi multipla si evincono dalle ricerche effettuate sui gemelli.
I dati attuali riguardanti l’Europa ed il Nord America (aree ad alto rischio di sclerosi multipla) indicano che circa il 20-30% di gemelli monozigoti ammalano congiuntamente di sclerosi multipla, mentre questo avviene solo nel 2% dei gemelli eterozigoti.
Inoltre il dato che la sclerosi multipla colpisce più le donne rispetto agli uomini (circa 2:1) ancora di più rinforza l’ipotesi che la patologia colpisca solo individui geneticamente predisposti.
Tuttavia, sembra che non esista un gene dominante che determini la suscettibilità genetica e che, invece, siano coinvolti numerosi geni, ognuno con una propria piccola influenza sulla genesi della patologia.

I dati sui gemelli mostrano che attualmente si ammalano, nelle aree maggiormente colpite, soltanto il 50-60% degli individui (5 su 8 gemelli monozigoti) geneticamente predisposti.
Quindi, quasi la metà degli individui "geneticamente programmati" per contrarre la malattia, appartenenti alle stesse aree geografiche, non si ammalano.
Nelle aree a basso rischio, invece, sembra che meno del 10% degli individui predisposti sviluppi la patologia.
Ciò che abbiamo appena detto dimostra in modo inequivocabile che esiste un fattore ambientale in grado di far si che i soggetti predisposti si ammalino.

Un vincolo importante sulle caratteristiche che deve avere il fattore ambientale è dato dalla diversità di prevalenza della sclerosi multipla (numero di persone affette dalla malattia ogni 100.000 abitanti) nelle diverse aree geografiche.
Il mondo può essere diviso in aree ad alto rischio (Europa, Canada, Stati Uniti, Australia e Nuova Zelanda) ed aree a basso rischio (il resto del mondo).
Nelle zone ad alto rischio si ha una prevalenza tra 50 e 100 per 100.000 abitanti; nelle zone a basso rischio si ha una prevalenza minore.
La distribuzione è dovuta in parte a fattori genetici, in quanto tutte le zone ad alto rischio sono prevalentemente abitate da popolazioni di origine europea, ma i fattori ambientali sono altrettanto importanti.
Una prova è nel fatto che gli immigrati che dalle aree a basso rischio (per esempio dalle Indie Occidentali) arrivavano a Londra presentavano una bassa prevalenza di sclerosi multipla, mentre i loro figli, nati in Inghilterra, presentavano la stessa alta prevalenza dei britannici.
Ogni ricerca del fattore ambientale deve tener conto della diversa incidenza del rischio nelle diverse aree geografiche (quindi il fattore deve essere molto più comune o molto più attivo nelle aree ad alto rischio).

Il fatto che gli immigrati adulti mantengono il fattore di rischio del loro paese di origine, mentre i loro figli tendono ad avere il fattore di rischio del paese di immigrazione è stato interpretato nel senso che fattori ambientali influenzano l’individuo solo prima della pubertà (circa 15 anni).
L’interpretazione più ovvia, e cioè che gli adulti non hanno sperimentato le stesse influenze ambientali dei loro bambini nel nuovo paese, è stata apparentemente ignorata.

Gli studi sui gemelli monozigoti aggiungono qualcosa a questo aspetto.
I gemelli condividono di solito lo stesso ambiente fino a quando lasciano la loro famiglia (circa a 18-21 anni).
Poiché soltanto il 25% dei gemelli monozigoti si ammala congiuntamente di sclerosi multipla, ciò significa che il fattore ambientale entra in gioco soprattutto dopo i 18 anni.
In questo modo ci troviamo di fronte ad un paradosso: i dati sull'immigrazione indicano che fattori ambientali agiscono entro i 15 anni di età, mentre i dati sui gemelli indicano che fattori ambientali agiscono dopo 18 anni.
Ogni ricerca del fattore ambientale che interviene nella genesi della malattia deve tener conto di questo paradosso e fornire una spiegazione convincente.

Vi sono, inoltre, tendenze geografiche di ordine minore nella prevalenza della sclerosi multipla.
All’interno delle aree ad alto rischio sembra esserci una tendenza alla riduzione del rischio andando dal nord al sud.
Per quanto riguarda gli Stati Uniti la prevalenza è più bassa negli stati del sud, aumenta negli stati del nord ed è massima in Canada.
In Europa la prevalenza è più alta nei paesi nordici ed in Gran Bretagna, rispetto ai paesi del Mediterraneo.
Il fenomeno è ancora più evidente in Australia e nuova Zelanda dove la prevalenza più alta si trova nelle parti temperate, al sud di questi paesi.
I fattori genetici non possono spiegare nessuno di questi casi ed è chiaro che il fattore maggiormente responsabile è un fattore ambientale legato alla latitudine più o meno alta.

La prevalenza della sclerosi multipla mostra inoltre forti differenze all’interno di alcuni singoli paesi delle aree ad alto rischio.
Ad esempio in Norvegia la sclerosi multipla è cinque volte più diffusa nelle aree interne, rispetto alle aree costiere.
In Canada la prevalenza nelle province interne è di 100-255 rispetto all’isola di Newfoundland dove è 50.
In questo caso i fattori genetici non sembrano influire più di tanto e, di conseguenza, il principale responsabile deve essere necessariamente il fattore ambientale.

Ulteriori caratteristiche del fattore ambientale scaturiscono dai dati della prevalenza nei discendenti degli immigrati giapponesi e americani nelle isole Hawaii.
I discendenti degli immigrati giapponesi hanno una prevalenza di 6,5 contro una prevalenza nel Giappone di 2,1.
I discendenti degli immigrati americani hanno invece una prevalenza di 10,5 contro i californiani che hanno una prevalenza di 29,9. Siamo così di fronte ad un altro paradosso: nelle Hawaii il fattore ambientale sembra essere dannoso per la discendenza giapponese e allo stesso tempo benefico per la discendenza americana.
Questo paradosso deve essere tenuto in considerazione e rappresentare una oggettiva restrizione critica nei confronti dell’interpretazione di quale fattore ambientale intervenga nella genesi della patologia.

Uno dei più importanti e citati studi epidemiologici sulla sclerosi multipla è quello che descrive il forte incremento dell'incidenza della patologia nelle isole Faroe (nord atlantico ad ovest della Norvegia), dopo l'occupazione militare di queste isole da parte di 1500-2000 soldati delle truppe britanniche tra il 1941 e il 1944.
Questo fatto dimostra che il fattore ambientale non è soltanto endemico, ma può essere trasportato da un'area all'altra.
Qualsiasi teoria interpretativa delle cause della sclerosi multipla deve spiegare in modo soddisfacente l'improvviso incremento di incidenza nelle isole Faroe e la mobilità geografica del fattore ambientale.

                     IL FATTORE AMBIANTALE CONCAUSA DI SCLEROSI MULTIPLA

I fattori ambientali proposti come possibili concause di sclerosi multipla sono i seguenti:
*batteri o virus specifici o comuni
*avvelenamento da metalli pesanti
*inquinamento industriale
*condizioni igieniche
*regime alimentare
*altitudine
*clima
*radiazioni da microonde
*radiazioni cosmiche
*esposizione alla luce solare

Tutti questi fattori possono essere divisi in tre gruppi principali:

1. Fattori indigeni: luce solare, altitudine, clima, radiazioni cosmiche, radiazioni da microonde;
2. Fattori infettivi: virus o batteri specifici e comuni;
3. Fattori trasportabili non contagiosi: avvelenamento da metalli pesanti, inquinamento industriale, condizioni igieniche, regime alimentare.

Esaminiamo ora ciascun gruppo di fattori con riferimento a tutte le ricerche descritte precedentemente.
1.
Fattori indigeni: possiamo subito escluderli, sulla base di quanto accaduto sulle isole Faroe, fatto che dimostra chiaramente che il fattore ambientale non è indigeno, ma può essere importato nell’area.
Possiamo escludere fattori indigeni anche in base a quanto verificato alle Hawaii; i fattori indigeni erano gli stessi per entrambe i gruppi considerati e nessuno di questi può essere ragionevolmente considerato dannoso per gli uni e benefico per gli altri.
2.
Fattori infettivi: anche questa ipotesi può essere scartata per una serie di ragioni. Innanzitutto le condizioni sopraelencate dimostrano che la SM non viene trasmessa per contatto o attraverso una trasfusione di sangue.
Inoltre, le significative variazioni di prevalenza ed incidenza in popolazioni omogenee dal punto di vista etnico, rispetto ad aree geografiche relativamente limitate, non si possono conciliare con una specifica causa infettiva.
Infine nessuna prova dell’esistenza di un virus o di un batterio specifico è mai stata trovata nel SNC di pazienti con SM, nonostante le numerose ricerche in un lunghissimo arco di tempo.
3.
Fattori trasportabili non contagiosi: l’avvelenamento da metalli pesanti, l’inquinamento industriale e le condizioni igieniche possono anche essere respinte come fattori ambientali principali nella causa di SM.
L'argomento più convincente è, ancora una volta, il grande aumento di prevalenza nei discendenti dei giapponesi alle Hawaii rispetto alla prevalenza in Giappone dove questi fattori sono molto più presenti che nelle HawaH. Inoltre i dati delle isole Faroe, come la maggiore prevalenza di sclerosi multipla nelle regioni interne del Canada rispetto le zone più altamente industrializzate dell'Ontario, non sono compatibili con questi fattori che vanno quindi respinti come probabili cause principali della sclerosi multipla.
Questa eliminazione ci lascia con un ultimo fattore da esaminare: il regime alimentare, cioè la dieta. Sottoponiamo allora il "fattore ambientale dieta" alla prova delle condizioni precedentemente elencate.

                                                     IL "FATTORE DIETA"

a.
Innanzitutto la dieta fornisce una ragionevole spiegazione al paradosso degli immigrati e dei gemelli.
Gli adulti che emigrano in un paese straniero hanno una forte tendenza a mantenere le abitudini alimentari del loro paese di origine, mentre i loro figli si adatteranno più facilmente al cibo del paese in cui vivono (specialmente dopo aver lasciato la loro famiglia).
Questo cambiamento delle abitudini alimentari dei figli degli immigrati ed il mantenimento delle stesse abitudini negli adulti modifica il rischio di contrarre la sclerosi multipla nei figli degli immigrati ma non nei loro genitori.
La teoria della dieta come fattore ambientale responsabile della sclerosi multipla è quella che meglio interpreta i dati riguardanti i genitori immigrati che mantengono il rischio sclerosi multipla nel paese ospite.
b.
Le abitudini alimentari delle aree ad alta prevalenza di sclerosi multipla sono caratterizzate da aspetti comuni, come un forte consumo di latticini e di grassi saturi di origine animale.
I consumi di questi alimenti sono molto più alti in queste aree rispetto alle aree a bassa prevalenza di sclerosi multipla.
Le grandi differenze nelle abitudini alimentari tra le aree ad alta prevalenza e quelle a bassa prevalenza possono essere considerate responsabili della differente incidenza del rischio e questo sembra essere confermato da vari studi statistici.
Shatin (1964) trovò una corrispondenza tra la prevalenza della sclerosi multipla ed il consumo di grano. Malosse (1992) dichiara: “abbiamo studiato le relazioni tra la prevalenza di sclerosi multipla ed il consumo di latticini in 27 paesi e in 29 popolazioni di tutto il mondo ed abbiamo trovato una correlazione statisticamente significativa”.
Questo risultato richiama quello di Agranoff e Goldberg che circa venti anni prima (1974) dichiaravano: “un fattore di predisposizione geografica nella SM è direttamente legato al consumo di latte”.
Alter (1974) trovò una significativa correlazione tra il consumo di grassi animali e la prevalenza di sclerosi multipla.
Inoltre, sulla base di recenti analisi, Lauer conclude: “il secondo fattore legato alla sclerosi multipla comprende caratteristiche con variabili alimentari (ad esempio una dieta povera di pesce e ricca di latticini)”.
c.
L’alimentazione, come fattore ambientale responsabile della sclerosi multipla, risulta essere compatibile anche con la riduzione di incidenza tra le aree del nord e quelle del sud, in quanto la dieta cambia a seconda del clima e della latitudine.
L'alimentazione nelle regioni con temperature più fredde prevede un più alto consumo di grassi saturi, latticini e cereali raffinati che sembrano essere i cibi più rischiosi.
D’altra parte, la dieta nelle regioni più calde è ricca di frutta e verdura, più abbondanti e disponibili a quelle latitudini; inoltre in queste zone il clima scoraggia il consumo di cibi ricchi di grassi saturi, come le carne e i latticini.
d.
Differenze notevoli nell'alimentazione possono verificarsi anche all'interno di uno stesso paese e questo può spiegare i diversi tassi d'incidenza.
Ad esempio, gli abitanti del Newfoundland, marinai, consumano molto più pesce e molto meno latticini e cereali raffinati dei canadesi delle praterie e, come riportato in precedenza, hanno una prevalenza di sclerosi multipla molto inferiore.
La stessa osservazione vale per i norvegesi abitanti sulle coste, forti consumatori di pesce, rispetto agli abitanti dell'interno con abitudini alimentari legate ai prodotti dell’allevamento di animali ( carne, uova, latticini, formaggi).
e.
L’alimentazione, come fattore ambientale causa di sclerosi multipla, è in grado di spiegare anche il paradosso Hawaiano: l'alimentazione dei giapponesi hawaiani prevede molti più alimenti tipici della dieta nord-americana ed europea (ad alto rischio), come ad esempio grassi saturi, latticini e cereali raffinati, rispetto alla dieta caratteristica del Giappone.
Quindi, è ragionevole aspettarsi una prevalenza molto più alta per il giapponese-hawaiano rispetto al giapponese. D’altra parte la dieta dell'americano-hawaiano comprende molti alimenti a basso rischio (ad es. pesce, verdure fresche e frutta) rispetto alla dieta dell'americano del nord- america più ricca di grassi saturi, latticini e cereali.
E’ quindi ragionevole aspettarsi una riduzione della prevalenza di sclerosi multipla nell'americano-hawaiano rispetto alla prevalenza del Nord-America.
La dieta, quindi, fornisce una soluzione logica per questo enigmatico paradosso che rimane inesplicabile se approcciato con altre ipotesi.
f.
Si può spiegare con l'alimentazione l’aumento della prevalenza di sclerosi multipla nelle isole Faroe verificatosi dopo l'occupazione delle truppe britanniche?
Sicuramente si, visto che i soldati portarono con loro le provviste di cibo, comprendenti alimenti ad alto contenuto di grassi saturi e cibi che possono essere considerati a rischio per la genesi di sclerosi multipla (latticini, uova, lardo, carne salata, cereali raffinati chiusa ).
Gli abitanti dell'isola che vivevano vicino alle basi militari (e che vi lavoravano) ebbero così facile accesso a questi cibi “non tradizionali” e li aggiunsero alla loro dieta.
Questo cambiamento di regime alimentare, negli isolani geneticamente predisposti, può spiegare l’improvviso aumento della prevalenza di sclerosi multipla.
Questi cibi “importati” probabilmente entrarono in modo permanente nell’alimentazione quotidiana di molti isolani, specialmente nei giovani.
Anche in questo caso si fornisce una ragionevole spiegazione ad uno dei più specifici e ben controllati studi epidemiologici riguardanti il fattore ambientale.
g.
la dieta delle aree ad alto rischio di sclerosi multipla (società occidentali) è cambiata in modo significativo durante gli ultimi 100 anni, con un notevole aumento nel consumo di grassi saturi di origine animale, un incremento di cereali raffinati e latticini e una drammatica diminuzione nell’utilizzo di acidi grassi polinsaturi biologicamente disponibili.
Questa tendenza ha avuto una fortissima accelerazione soprattutto negli ultimi cinquant’anni con l'aumento dei fast-food e l'incremento fortissimo nel consumo di cibi di provenienza industriale particolarmente ricchi di additivi, coloranti, conservanti e con diffusa presenza di residui chimici dovuti alla produzione agricola su larga scala.
Questo fatto può spiegare ragionevolmente il drammatico incremento nella prevalenza della patologia, soprattutto negli ultimi decenni.

In conclusione il fattore ambientale “nutrizione” sembra poter fornire spiegazioni soddisfacenti a tutte le condizioni elencate all’inizio del paragrafo.
Questo fattore, quindi, merita di essere considerato ed esaminato in maniera approfondita, con studi controllati e non è più possibile liquidarlo arbitrariamente con argomentazioni retoriche. 

Fonte:  http://www.kousmine.it/

Stampa il post

Nessun commento:

Posta un commento

Articoli Correlati