giovedì 3 febbraio 2011

Cancro e terapia Gerson: questione di pH

La Terapia Gerson è una terapia nutrizionale olistica e disintossicante per patologie croniche e degenerative che può vantare ottant’anni di successi su malattie diverse come l’emicrania, il melanoma avanzato, la fibromialgia, la tubercolosi, il diabete e l’artrite reumatoide. Il dottor Max Gerson la sviluppò agli inizi del ventesimo secolo per cercare di alleviare le sue atroci e debilitanti emicranie, ma poi scoprì prima che essa invertiva la tubercolosi della pelle, quindi che curava altri tipi di tubercolosi, il diabete, l’artrite reumatoide e infine tumori di vario genere. Egli non affrontò questo problema da un punto di vista teorico; piuttosto, la sua terapia si è evoluta empiricamente in base alle esperienze e agli esperimenti clinici. 
La teoria è stata plasmata da successi e fallimenti: quello che funzionava è stato mantenuto, quello che non funzionava è stato analizzato, spiegato e scartato.La Terapia Gerson si basa sulle conclusioni del dottor Gerson secondo cui la malattia cronica è causata soprattutto da due fattori: carenze nutritive e tossiemia.
Quando si pone rimedio a queste due cause fondamentali, il potente sistema immunitario del corpo è in grado di riparare praticamente qualsiasi patologia, spesso a un’incredibile velocità. Non occorre “stimolare” il sistema immunitario, come molte immunoterapie oggi cercano di fare: il sistema immunitario è concepito e ottimizzato per riparare da solo qualsiasi disfunzione. 
Le patologie non si manifestano perché il sistema immunitario “ignora” una minaccia, ma perché è sprovvisto del necessario per combatterle, così come un esercito magistralmente addestrato non può fare granché contro un aggressore se è sprovvisto delle armi, le munizioni, il cibo, le fortificazioni e gli indumenti adatti. Una volta fornito al sistema immunitario il supporto adeguato, esso si risveglia e agisce con velocità e potenza incredibili. 


Sviluppi recenti della ricerca sul cancroNel 2010, il medico Nicholas Gonzalez e la sua partner Linda Isaacs hanno pubblicato The Trophoblast and the Origins of Cancer (Gonzalez N., Isaacs L., New Spring Press, New York City, 2010). Leggendo questo libro, sono sorte in noi molte domande che hanno portato a una vivace e illuminante discussione con il dottor Gonzalez.È chiaro che – poiché la Terapia Gerson ha riportato eccellenti risultati nella cura delle malattie croniche e degenerative durante gli ultimi ottanta anni – le spiegazioni offerte dai suoi praticanti sulle cause del cancro e di altre patologie devono avere un fondamento nella realtà. A differenza dei dati altamente manipolati dei produttori della chemioterapia, la Terapia Gerson ha sempre ottenuto guarigioni a lungo termine da tumori “terminali”, misurandole in decenni e non in settimane o mesi. Comunque, ci sono sempre margini di miglioramento. 
Era chiaro che Trophoblast conteneva in seme una comprensione più sviluppata sulle origini del cancro e della malattia cronica in generale, basata in parte sull’eccellente opera di John Beard, uno scienziato e ricercatore britannico della fine del XIX secolo.

Sistemi immunitari attivi e passiviIl nostro corpo possiede numerose difese contro gli attacchi di agenti patogeni di tutti i tipi. Alcune di queste difese sono attive, altre passive. La differenza è simile alla difesa opposta da un alto muro di pietre o dal fossato di un castello. Né l’uno né l’altro sono una garanzia assoluta in caso di attacco, ma l’efficienza dei difensori è molto potenziata da valide fortificazioni difensive. 
Nel caso del nostro sistema immunitario, i sistemi immunitari attivi consistono di minuscoli guerrieri, i globuli bianchi, in grado di cercare e distruggere le minacce al corpo. Come per un esercito, i sistemi attivi vanno costantemente mantenuti da un treno logistico, che in genere è molto costoso. Un sistema passivo, invece, come un muro di pietre alto e spesso, una volta costruito, richiede cure e manutenzione minime, e serve a scoraggiare qualsiasi potenziale aggressore, allo stesso tempo offrendo alla forza attiva un’efficace base d’appoggio in qualsiasi conflitto.
In questa sede ci focalizzeremo sui sistemi passivi, che sono patrimonio del nostro codice genetico. La natura favorisce sempre l’efficienza, in qualsiasi sistema. Il sistema immunitario non fa eccezione. La natura ci ha fornito di sistemi immunitari passivi altamente efficienti, integrati da sistemi immunitari attivi.Uno dei fattori più importanti del nostro sistema difensivo passivo è il mantenimento di un adeguato livello di alcalinità. Più avanti parleremo delle conseguenze di uno squilibro di tale fattore, perché molti altri sistemi dipendono interamente dal pH dell’ambiente corporeo.
La sopravvivenza di tutte le cellule del corpo dipende da un regolare e copioso apporto di ossigeno. Tale apporto è indispensabile per ogni cellula di tutte le strutture corporee. Dimostreremo che un apporto di ossigeno adeguato e correttamente distribuito dipende da un pH sanguigno giusto e leggermente alcalino.Gli enzimi proteolitici (che digeriscono le proteine), prodotti dal pancreas, sono presenti nei fluidi e nelle strutture del corpo e costituiscono un elemento importante del nostro sistema immunitario, perché regolano la crescita e lo sviluppo delle cellule di ricambio di tutte le nostre strutture fisiologiche. 
L’apporto adeguato e la distribuzione generale di questi enzimi sono fondamentali per consentire la riparazione e sostituzione delle nostre cellule, oltre che l’eliminazione delle cellule che hanno raggiunto la fine della loro esistenza utile o che sono morte a causa di ferite, malattia o agenti patogeni. Gli enzimi proteolitici, per funzionare, richiedono un ambiente alcalino (pH > 7.0) e vengono neutralizzati o disattivati da un ambiente acido (pH < 7.0).
Tutte le cellule del nostro corpo – con poche, importanti eccezioni – vengono sostituite più o meno ogni 18 mesi (alcune in tempi notevolmente più brevi). Quando le cellule muoiono al termine della loro normale durata di vita, si attiva un processo che genera una cellula di ricambio praticamente caso per caso. Ciò vuol dire che siamo costantemente in riparazione: piccole parti di noi vengono rimosse ed eliminate, in modo che l’età media di tutte le cellule del nostro corpo sia di circa nove mesi. Poiché le nostre cellule vengono costantemente sostituite, qualsiasi malattia cronica che duri più di diciotto mesi è il risultato di qualcosa che stiamo facendo per mantenere tale malattia nel nostro corpo. In assenza di questo “qualcosa”, qualsiasi tessuto malato verrebbe eliminato e sostituito con cellule nuove e sane in 18 mesi o meno...

di Howard Straus, continua la lettura su Scienza e Conoscenza 35 (gennaio/marzo 2011).


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